Here are some more details Francesco emailed me:
["2 december Franco-day at the "House of
Cinema" in Venezia is ready. Thanks to Ferran Herranz, Antonio Mayans will be the "Guest of Honor". The event is organized by the University of Venezia (Ca' Foscari). "]
Actor Antonio Mayans, who has appeared in dozens of Jess Franco films since the early 1970s right up to the present day, will be a Special Guest at the event, which will unfold on December 2nd and 3rd.
For Italian language readers this is from Francesco's FACEBOOK link:
[Omaggio al cinema di Jess Franco"Prismas del imaginario" (a cura di Francesco Cesari - coordinatore Alessandro Scarsella)
Type:
Music/Arts - Performance
Network:
Global
Start Time:
Wednesday, December 2, 2009 at 4:30pm
End Time:
Thursday, December 3, 2009 at 12:00am
Location:
Venezia
Street:
Casa del Cinema (Videoteca Pasinetti)
Description
Proiezione di 3 film e tavola rotonda:16,30: Miss Muerte (Le diabolique docteur Z, 1965) - in francese, con sottotitoli inglesi18,00: tavola rotonda "Il caso Jesús Franco"21,00: Une vierge chez les morts vivants (1971) - in francese, con sottotitoli italiani22.45: El sexo está loco (1981) - in spagnolo, con sottotitoli italianiTavola rotonda:Partecipano:Francesco Cesari, Roberto Ellero, Ferran Herranz, Teo Mora, Elide Pittarello, Alessandro ScarsellaInterviene:Antonio MayansSchede sui film:MISS MUERTEL’ultimo degli horror in bianco e nero diretti da Jesús Franconella prima metà degli anni '60 – a detta del regista il piùriuscito – è una rivisitazione della Sposa in nero di William Irishcon alcune significative varianti: la vendicatrice omicida non èsposa ma figlia, il dramma è calato nell’universo fantastico dellascience-fiction e l’esecutrice materiale dei delitti è una showgirl,appunto Miss Death, la cui mente è controllata da quelladella «figlia in nero». La sceneggiatura fu scritta a quattro manida Franco e Jean-Claude Carrière, collaboratore d'elezione diLuis Buñuel. Girato a regola d’arte e caratterizzato da unafotografia cupa, dai toni marcatamente espressionisti, il film èesemplare della fase “classica” del regista madrileno. Franco viappare nei panni di un ispettore di polizia perennementeassonnato, assistito da un collega di Scotland Yard a sua voltainterpretato dal compositore, e amico del regista, Daniel J.White, autore della suggestiva e raffinata colonna sonora. Il filmviene presentato nel formato originale, in lingua francese consottotitoli inglesi (la versione spagnola non è ancora uscita indvd ma è identica a quella francese).UNE VIERGE CHEZ LES MORTS-VIVANTSLa nuit des étoiles filantes – nelle intenzioni di Franco, questodoveva essere il titolo – è un film a basso costo, girato in assolutalibertà e, nella versione d’autore, rispondente in tutto e per tuttoalla personale concezione cinematografica del regista. Ilmontaggio originale è stato ripristinato solo in anni recenti, dopoche negli anni ’70 i diversi distributori avevano imposto il taglio didue sequenze e l’aggiunta di scene erotiche in alcune versioni(Christina, princesse de l’érotisme) e horror in altre (le sequenzecon gli zombie furono girate da Jean Rollin), allo scopo diomologare il film agli standard di questi due genericinematografici onde adattarlo ai rispettivi mercati. Al contrario,la versione di Franco punta su una spiazzante, imprevedibilealternanza di toni lirici, onirici, umoristici, grotteschi. Il film non silimita a raccontarci i sogni della protagonista Christina: ciintroduce in un universo nel quale anche il risveglio e la morte sirivelano ulteriori dimensioni del sogno, agganciandosi in tal modoa una tradizione culturale che in Spagna risale fino a Calderón dela Barca. Alla definizione di questa atmosfera peculiarecontribuiscono in misura decisiva la vegetazione tropicale diCascais, sulla costa portoghese, dove il film fu girato, e lapartitura musicale di Bruno Nicolai, composta con lacollaborazione del regista e costellata di voci e suoni della natura.In alcune interviste il regista ha affermato che il soggetto diquesto «piccolo film» («C’est un petit film que j’aime beaucoup.Je n’aime pas mes films en général mais celui-ci est particulier. J’yai mis beaucoup de moi-même») sarebbe stato ricavato da unracconto di Gustavo Adolfo Bécquer, ma si tratta soltanto di unideale punto di ispirazione per un soggetto originale, il cui germesi trova semmai in uno dei primi film dello stesso Franco, Elsecreto del Dr. Orloff (1964). In francese, per la prima volta consottotitoli italiani.EL SEXO ESTA LOCODopo la morte di Francisco Franco, il mercato cinematograficospagnolo si aprì con grande successo al genere erotico.All’apparenza, El sexo está loco è uno dei tanti soft-core a bassocosto girati in Spagna in quegli stessi anni; sennonché il veroatto di trasgressione – come lo stesso regista ha dichiarato –non è la prevedibile ostentazione di corpi nudi e situazionisessualmente esplicite, bensì lo smantellamento delleconvenzioni narrative: «Volevo per una volta sbarazzarmi dellaschiavitù di dover raccontare una storia per fare un film. Credodi esserci riuscito. Non avevo un vero copione, era una scaletta,uno schema di come una storia si convertiva in un’altra, e inun’altra…». Il modello filmico a cui Franco dichiaratamente siispirò è, proprio in quest’ottica, Il fantasma della libertà diBuñuel, ma rivisitato in chiave scanzonata e demenziale: dallafantascientifica scena iniziale, nell’astronave degli infoiatiabitanti del pianeta Argolios, fino alla messa satanica deifanatici di San Cucufate. Anche grazie ai consueti giochi dispecchi, regista, direttore della fotografia e camera da presairrompono più volte nell’inquadratura, a ribadire l’intentodemistificante da cui il film prese le mosse. Tra i protagonisti, lacoppia di attori che ha girato con Franco il maggior numero difilm: Lina Romay, moglie del regista, e Antonio Mayans, suo piùstretto collaboratore durante gli anni ‘80, anche nelle vesti didirettore di produzione. In spagnolo, per la prima volta consottotitoli italiani.Jesús Franco (Madrid, 12 maggio 1930) è una dellefigure più originali del panorama cinematograficocontemporaneo. Affermatosi all’inizio degli anni ’60come regista di film horror di impronta neogotica eneoespressionista, ha in seguito delineato la propriapersonalità artistica spostandosi ai margini del sistemaproduttivo. Le crescenti limitazioni pratiche – budget etempi di lavorazione ristrettissimi, cast semiprofessionali– l’hanno spinto sulla via della ricerca di un linguaggiopersonale e riconoscibile, de-stilizzato, basatosull’improvvisazione, la camera a mano e il ricorso adattori non professionisti. Non sorprende, pertanto,incontrare i nomi di Godard e Bresson in alcune suerecenti interviste. Le evidenti eccentricità della suaproduzione – la montagna di titoli (oltre 170, di qualitàovviamente diseguale ma idealmente strutturati comeun’opera unica), l’adesione al cinema di genere, specieerotico e fantastico, nonché gli sconfinamenti sistematiciverso gli universi paralleli del fumetto e della musica (trale altre cose, Franco ha studiato composizione ed è statopianista e trombettista jazz) – hanno tuttavia a lungoimpedito di riconoscere la tensione intellettuale e criticache ne ha segnato le scelte di fondo. Oggi ben 100 filmdiretti da Jess Franco – come preferisce farsi chiamare –sono accessibili sul mercato mondiale del dvd.Nell’estate 2008 la Cinémathèque française gli hadedicato una retrospettiva-fiume, proiettandone ben 69titoli, e nel febbraio 2009 il regista ha ricevuto il premioGoya de Honor, un premio alla carriera che costituisce ilprimo riconoscimento importante conferitogli nella suaSpagna («Nunca esperé ningún reconocimiento por micarrera. Estoy encantado y como, nunca me he creídomerecedor de nada, me parece un regalo precioso»). ]
Good Work and Good Luck, Francesco!